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INTRODUZIONE ALLA CREAZIONE DI UN PORTAFOGLIO FINANZIARIO: LA DIVERSIFICAZIONE

Ok, abbiamo messo da parte dei soldi, abbiamo deciso di volerli investire nel mercato finanziario, da dove si comincia?

I due punti fermi che devono guidarci nei nostri investimenti sono la massimizzazione del profitto che possiamo ottenere dall’investimento e la minimizzazione del rischio cui ci esponiamo.

Sfatiamo un mito: non esiste alcun investimento “sicuro” in senso stretto, ovvero dal quale è possibile ottenere una remunerazione senza che il capitale investito sia esposto a perdite parziali o totali. Inoltre, vale sempre anche il vecchio adagio che dice che il guadagno che si ottiene da un investimento è la remunerazione del rischio che si è corso, e che maggiore è il rischio cui ci si espone maggiore è la remunerazione potenziale che possiamo ottenere quando l’investimento avrà dato i suoi frutti.

Questi aspetti sono molto evidenti nel mondo degli investimenti finanziari, perché esistono tanti indicatori matematici che danno una misura dell’andamento delle grandezze economiche in gioco, e sono grandezze che vengono misurate continuamente e continuamente ci vengono comunicate dai media. Però lo stesso vale per qualsiasi forma di investimento sia esso l’acquisto di un immobile o la creazione di un’attività o un’impresa.

Per massimizzare i profitti e ridurre i rischi possiamo usare uno strumento molto potente: la diversificazione. Diversificare in ambito finanziario può significare molte cose: acquistare strumenti finanziari differenti, come azioni, obbligazioni, materi prime o oro; scegliere di investire in aree geografiche diverse, di solito si preferiscono gli Stati Uniti e l’Europa; effettuare investimenti in valute diverse, quali ad esempio Euro, dollaro, yen così da non essere dipendenti dalla fluttuazioni del potere di acquisto di un’unica moneta; o ancora impiegare i nostri soldi in campi diversi, quindi distribuire i nostri soldi tra aziende che operano nel mondo delle nuove tecnologie, oppure della salute e produzione di macchinari per applicazioni biomediche, nel turismo e così via.


COME SI OTTIENE LA DIVERSIFICAZIONE?

Vediamo quali sono i passi da seguire per diversificare un portafoglio di investimento.

Un primo livello di diversificazione si può ottenere acquistando prodotti finanziari di natura diversa. I due strumenti più noti a tutti sono le azioni e le obbligazioni, accanto a questi ci sono l’oro, le materie prime e negli ultimi anni anche Bitcoin.

Le azioni, le obbligazioni, materie prime, oro ecc costituiscono quelle che in finanza vengono chiamate asset class. Un asset class è una forma di investimento il cui prezzo varia nel tempo in modo diverso da quella di un’altra asset class, e per diversificare un portafoglio di investimento opportunamente bisogna inserire più asset class ognuna in una percentuale opportuna. In altri termini, un portafoglio di investimento diversificato non conterrà mai una sola azione, ma sempre un gruppo di azioni e accanto ad esse un gruppo di obbligazioni, una piccola percentuale d’oro o di materie prime e così via.

Approfondiamo più nel dettaglio le due asset class più note ovvero le azione e le obbligazioni.

Un’azione è un titolo di proprietà di un’azienda, di una piccola percentuale dell’azienda, il cui prezzo varia continuamente in quanto queste sono continuamente scambiate nelle borse valori, come alla Borsa di Milano, di New York ecc. Il prezzo di un’azione è strettamente legato all’andamento dell’azienda che lo ha emesso: se l’azienda cresce, vende i suoi prodotti, i consumatori considerano i suoi prodotti di qualità e così via, sempre più persone vorranno investire in quell’azienda e quindi sempre più alto sarà il suo prezzo. Viceversa se l’azienda va male, anche il titolo azionario che essa ha emesso scenderà di prezzo. Il comportamento tipico delle azioni è quello di avere delle oscillazioni di prezzo nel breve termine, cioè al di sotto di un anno di tempo, molto forti ma sul lungo termine sono i titoli finanziari che crescono di più e forniscono delle ottime remunerazioni. Le azioni sono la componente di un portafoglio che causano le oscillazioni di prezzo maggiori e sul breve termine sono quelle che posso causare le maggiori perdite, però se l’orizzonte temporale del portafogli che stiamo creando è molto lungo ci permetteranno anche di ottenere i migliori risultati.

Per dare un’idea più concreta di quello che dico riporto l’andamento a 6 mesi del titolo azionario di Amazon, e sotto l’andamento dal 1998 ad oggi. E’ evidente che su 6 mesi è difficile individuare un trend di prezzo, mentre sul lungo termine la crescita del prezzo del titolo è molto evidente. Per cui è chiaro che se avessimo acquistato il titolo di Amazon 6 mesi fa, oggi non sapremmo se vendendolo otterremmo una perdita o un guadagno mentre acquistandolo 10 anni fa e vendendolo oggi il guadagno sarebbe stato certo.

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Andamento del titolo Azionario di Amazon a 6 mesi

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Andamento del titolo azionario di Amazon dal 1998 ad oggi

Vediamo invece come si comportano le obbligazioni. Le obbligazioni non sono dei titoli di proprietà ma dei titoli di debito, ciò vuol dire in pratica che un’obbligazione viene emessa da un ente, che può essere uno Stato o un’azienda, nel momento in cui noi è alla ricerca di capitali e noi investitori glieli forniamo. Le obbligazioni più note in Italia sono i BTP (Buoni del Tesoro pluriennali), che sono dei titoli emessi dallo Stato Italiano, ma esistono titoli di stato emessi da qualunque altro ente governativo. Per esempio in un buon portafoglio di investimento non mancano mai i titoli di stato emessi dagli Stati Uniti chiamati treasury.

L’ente che emette un’obbligazione si impegna a ripagare il debito che ha contratto con noi ad un certa data di scadenza, ad un anno, due anni, dieci anni e così via, ed oltre alla somma che gli abbiamo versato ci verrà riconosciuta un’ulteriore cifra a titolo di interesse. Solitamente gli interessi vengono versati all’investitore con cadenza regolare attraverso delle cedole, e solo a scadenza del titolo viene rimborsato l’intero capitale. In questo caso si capisce subito la differenza sostanziale tra azioni e obbligazioni: mentre il guadagno su un’azione si ottiene solo alla fine quando viene venduta ed è pari alla differenza tra il prezzo di acquisto e il prezzo di vendita, con l’obbligazione l’investitore percepisce un’entrata ricorrente e certa. Mentre è probabile che il prezzo dell’azione quando andiamo a venderla potrebbe essere più basso rispetto a quello che abbiamo corrisposto al momento dell’acquisto, e che invece di un guadagno potremmo subire una perdita, è molto più certo che l’interesse dell’obbligazione ci venga corrisposto e che poi a scadenza ci sia restituito l’intero capitale.

Volendo ulteriormente articolare il portafoglio di investimento, accanto alle azioni e alle obbligazioni si possono inserire anche altre asset class come l’oro o le materie prime, ed inoltre negli ultimi anni sta emergendo l’asset class Bitcoin/cryptovalute che offre delle nuove occasioni di investimento.

PORTAFOGLI MODELLO: IL PORTAFOGLIO 60/40 E ALL WEATHER


Quando costruiamo un portafoglio di investimento per prima cosa è sempre buona norma non avere un unico titolo azionario, ma sempre un paniere di titoli in modo che l’andamento del portafoglio non sia vincolato all’andamento di una sola azienda ma si appoggi a più aziende. Lo steso vale anche per le obbligazioni, ovvero dovremmo sempre acquistare obbligazioni di più aziende e Stati. Solitamente si acquista un paniere di titoli azionari, obbligazioni e legati a materie prime ed oro e si mettono insieme, per creare un portafoglio più diversificato possibile.

Uno dei portafogli di investimento più semplice è il cosiddetto portafoglio 60/40, in cui il 60% delle risorse viene allocato su titoli azionari e il restante 40% su titoli obbligazionari così come si vede nell’immagine qui sotto.

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L’idea alla base del portafoglio è la seguente: l’ampia componente azionaria che permette al portafoglio di crescere ma è anche quella che causerà le variazioni di prezzo e quindi anche le perdite maggiori in alcuni periodi di tempo; la componente obbligazionaria è inserita nel portafoglio per contenerne le oscillazioni e quindi anche le cadute di prezzo, un po’ come gli ammortizzatori a molla di un’automobile evitano che le oscillazioni del telaio siano troppo forti. L’orizzonte temporale di un portafoglio così costruito è lungo, cioè per potersi aspettare risultati positivi il bisognerà rimanere investiti per una decina d’anni .

Una versione più articolata del portafoglio 60/40 è quella ideata dal famoso investitore statunitense Ray Dalio negli anni ’90 e noto con il nome portafoglio “All Weather”. La composizione del portafoglio è la seguente:

  •  40% di risorse allocate su obbligazioni di lungo termine (scadenza oltre i 10 anni);
  • 15% di risorse allocate su obbligazione di breve termine (scadenza tra al di sotto dei 5 anni);
  • 30% azioni;
  • 7,5% di materie prime:
  • 7,5 % di oro;

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A differenza del portafoglio 60/40, la percentuale di fondi destinata alle azioni è stata ridotta di molto, in particolare dal 60% del portafoglio 60/40 al 30% dell’All Weather. Una parte di quel 30% tagliato dalle azioni è stato allocato alle obbligazioni di breve termine, per cui la componente obbligazionaria totale del portafogli passa dal 40% al 55%. Il restante 15% è stato suddiviso tra oro e materie prime.

Questo portafogli ha un carattere più prudente rispetto al 60/40. La scelta di ridurre la componente azionaria fa sì che l’oscillazione del valore totale del portafoglio sia minore, rispetto ad uno in cui la componente azionaria è più ampia. Inoltre, l’inserimento di oro e materie prime permette di diversificare ulteriormente e ridurre il legame del portafoglio dall’andamento del mercato delle obbligazioni e delle azioni. Il portafoglio All Weather nasce dall’idea di voler creare portafoglio di investimento di lungo termine, che si adatti agli scenari economici più disparati, da cui il come “All Weather” cioè adatto ad ogni condizione “meteo” dell’economia.

Accanto all’oro e alle materie prime si può inserire in piccola percentuale, circa 1-2%, anche Bitcoin di cui approfondiremo le peculiarità nei prossimi articoli.